Liberarsi di qualche giocattolo ogni tanto non serve solo a tenere la casa ordinata e sgombra: ecco come il decluttering può aiutare lo sviluppo linguistico dei bambini

Abbiamo già visto, nel precedente articolo, perché sia così tanto importante strutturare lo spazio di gioco dei bambini ed organizzare con criterio i loro giocattoli.

Da dove cominciare?

La prima cosa di cui ci dobbiamo occupare è quella di fare un bel decluttering, ossia liberarci di quei giochi che, al momento, per un motivo o per l’altro, risultano essere superflui.

Non parliamo solo dei giochi rotti o usurati, ma soprattutto di quelli non adatti in quel momento.

Ecco, quindi, i criteri-guida per decidere quali giochi eliminare e quali tenere.

Sono criteri validi per tutti i bambini, ma spesso necessari con i bimbi che presentano un ritardo di linguaggio e difficoltà più ampie di organizzazione del gioco, e rappresentano la linea guida su cui ragiono con i genitori, durante gli incontri di consulenza logopedica.

1 – Giochi troppo facili o troppo difficili

I bambini devono avere a disposizione giochi stimolanti, che possano spingerli a trovare soluzioni un po’ più complesse di ciò che già sanno fare, senza però alzare troppo il livello di frustrazione.

Togliamo, quindi, tutti i giochi che al momento sono troppo difficili.

Non basiamoci solo sull’età, ma consideriamo le competenze del nostro bambino.

Se, ad esempio, sa far finta di dare la pappa al bambolotto ma non costruisce ancora delle sequenze di gioco lunghe, è inutile tenere in mezzo cucinette, attrezzi del dottore, set del bagnetto, ecc.. Lasciamo a sua disposizione solo il set per la pappa e le pentoline, e giochiamo con 2 sequenze: prima cuciniamo e poi diamo la pappa.

Via libera a tutti i giochi al confine tra ciò che sanno già e non sanno ancora fare.

Teniamo qualcuno dei giochi più semplici e già conosciuti per stimolare in maniera più specifica il linguaggio dei bimbi non o poco verbali.

Per i bambini con un ritardo o una difficoltà di linguaggio “parlare” è un compito non ancora semplice.

Il gioco routinario e conosciuto permette al bambino di concentrarsi sulla comunicazione

perché non richiede un grande impegno per essere svolto. Viceversa, un gioco nuovo o complesso rischia di assorbire tutte le risorse cognitive, annullando la possibilità di stimolare il linguaggio.

2 – Giochi con pezzi mancanti

Togliamo di mezzo i giocattoli a cui mancano dei pezzi, soprattutto se si tratta di puzzle, incastri in legno o altre parti che sono necessarie per portare a compimento il gioco.

I bambini hanno bisogno di imparare a portare a termine le attività e sentirsi gratificati di aver ultimato ciò che stavano facendo: i pezzi mancanti in queste tipologie di giochi, lasciano incompiuta un’esperienza importante.

3 – Giochi non adatti all’età

Nel tempo, tanti giocattoli della prima infanzia si accumulano nelle ceste e negli scaffali, creando solo un ingombro visivo quando il bambino va a scegliere i propri giochi. In molti casi, inoltre, mantengono il bimbo ancorato a degli schemi di gioco immaturi e più infantili rispetto alla sua età.

Al tempo stesso, se proponiamo giochi troppo complessi per l’età, non motiviamo i bambini e rischiamo di fargli perdere interesse nel giocare con noi.

Evitiamo di tenere giochi adatti a bambini troppo più piccoli o troppo più grandi.

4 – Giochi con cui “non ha mai giocato”

I giocattoli che avevamo accantonato perché “non ci giocava mai”, non devono necessariamente essere eliminati:

molti bambini non gradiscono certi giochi perché in realtà non sanno come giocarci!

Questi giochi vanno riconsiderati ed inseriti tra i giochi quotidiani da fare insieme, soprattutto se invece sono utili per stimolare abilità che il nostro bimbo deve acquisire.

5 – Giochi totalmente “assorbenti”

Alcuni bambini sembrano avere una preferenza smodata verso certi giochi, come le macchinine ad esempio, o i trenini o gli animali, e disinteressarsi completamente a tutte le altre proposte che possiamo fargli.

Questo accade spesso ai bimbi con un ritardo di linguaggio e/o che presentano ancora un gioco povero ed immaturo: la passione che mostrano verso un certo giocattolo, nasconde in realtà una difficoltà nel saper giocare con altro.

Un bimbo si “specializza” nel far girare le macchinine su e giù per il parcheggio, e può passarci magari anche un’intera ora, tuttavia il gioco non evolve mai ad un livello più maturo.

I giochi che assorbono del tutto l’interesse e l’attenzione del bambino in maniera così poco finalizzata (vedi esempio precedente) devono essere accantonati in quel momento, per incrementare una più ampia variabilità.

In questo caso può essere importante farsi guidare dal professionista, attraverso una consulenza specifica, su come inserire man mano altri tipi di gioco e come coinvolgere il bambino che inizialmente appare disinteressato.

 

Il decluttering è una pratica che rientra nella filosofia del minimalismo, ed è applicabile a tutti i contesti della nostra vita, con tante implicazioni anche sul piano emotivo-psicologico. Ultimamente se ne parla molto, e sono stati pubblicati molti libri sull’argomento.

Ti lascio quindi qualche lettura utile se ti interessa approfondire l’argomento!

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