La Disprassia Orale limita le abilità del bambino nell’alimentazione e nel linguaggio, già dai primissimi mesi di vita. Capiamo meglio cos’è e come riconoscerla
Alcuni bambini manifestano fin da piccolissimi una scarsa competenza nell’organizzare i movimenti della bocca, siano essi necessari all’alimentazione o ai primi tentativi di parlare.
Se i sintomi sono così gravi da ostacolare l’appetenza o l’accrescimento del piccolo, i genitori richiedono in breve tempo il parere di uno specialista.
Ma nella maggior parte dei casi, soprattutto quando i bambini sono sani e non presentano altre difficoltà associate, è facile che si trovino strategie per facilitare il pasto e
ci si preoccupa solo dopo qualche anno, quando il linguaggio non matura come dovrebbe.
Cos’è la Disprassia Orale
Con il termine disprassia si intende la difficoltà di pianificare, organizzare e portare a termine un “progetto motorio”, un movimento finalizzato (come lanciare una palla, raccogliere una moneta a terra, soffiare…).
Nel caso della Disprassia Orale questa difficoltà riguarda i movimenti della bocca coinvolti nella capacità di gestire l’alimentazione e nel parlare (mentre se non ci sono problemi nelle abilità masticatorie e deglutitorie, ma solo nel linguaggio, si parla di Disprassia Verbale).
Questa difficoltà non è solo una conseguenza di cause evidenti, come nel caso dei bambini con labiopalatoschisi o difficoltà neuromotorie, ma può presentarsi anche come unica atipia, ed essere trascurata per molto tempo.
Come può manifestarsi
Nei bambini con una difficoltà lieve, spesso il sintomo più evidente arriva con il linguaggio e l’imprecisione nei suoni e nei movimenti della bocca per parlare. Le forme più serie, però, presentano aspetti riconoscibili già nella fase pre-verbale.
Perdita di saliva abbondante (scialorrea) con difficoltà nel gestirla
Il bambino sembra non accorgersi di perdere la saliva, anche se si bagna il mento o sgocciola sugli oggetti. Non si pulisce da solo, aspirando, leccandosi o anche con una mano. Spesso i genitori riferiscono la necessità di tenere sempre il bavaglino, anche al di fuori del momento del pasto.
Difficoltà a stare a bocca chiusa nei momenti di riposo
Il bimbo presenta la tendenza a rimanere sempre a bocca aperta o socchiusa, con la linguetta ferma, appoggiata in basso sul pavimento della bocca, che tende a fuoriuscire dalle labbra.
Scarso uso della bocca per esplorare oggetti e parti del proprio corpo
Il periodo dello svezzamento è anche quello in cui il bambino inizia ad utilizzare la bocca come strumento per esplorare e conoscere gli oggetti:morde, lecca, afferra…
La presenza di una difficoltà prassica limita molto questa fase, ed il bimbo può sostituirla con un movimento autostimolante ma non esplorativo, come il succhiare la lingua.
Difficoltà nello svezzamento e nel passare all’alimentazione adulta
Mastica molto lentamente, preferisce cibi semi-solidi e liquidi, omogenizzati, pappette, anche ben oltre i primi tempi dello svezzamento; sembra continuare ad avere necessità del biberon per alimentarsi, che viene spesso usato per “compensare” il pasto, anche con l’ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia.
Lallazione debole, con poca variabilità di suoni, spesso solo vocalici
Il bambino non riesce ad organizzare quei suoni ripetuti tipici della lallazione, che entro i primi 10-11 mesi si arricchiscono di tanti suoni consonantici. La lallazione può essere poco presente, interrompersi, non portare alla costruzione delle prime parole.
E’ caratterizzata, se presente, da molti vocalizzi e pochi suoni simili a sillabe.
Persistere di “vocalizzi significativi” al posto delle prime parole
Il bambino inizia a parlare all’età prevista, ma spesso fatica ad articolare sillabe o suoni riconoscibili come “lettere”. Se non presenta altre difficoltà di linguaggio, si fa capire molto bene, appoggiandosi molto ai gesti ed alla prosodia del vocalizzo.
Ma proprio questa buona competenza comunicativa non supportata da una capacità di articolare i suoni, può essere indice di una difficoltà di tipo prassico.
Tra i 4 ed i 5 anni possono persistere
Difficoltà ad imitare o eseguire su richiesta dei semplici movimenti orali:
- Soffiare
- Trattenere l’aria all’interno della bocca gonfiando le guance
- Mandare un bacio con buona chiusura e protrusione delle labbra
- Fare il “suono del silenzio”: sssssssh
- Fare la linguaccia
- Leccarsi le labbra facendo ruotare la lingua in senso orario e/o antiorario
- Toccare gli incisivi superiori con la punta della lingua, restando a bocca aperta
- Sputare eventuali residui di cibo non masticabili
- Bere con la cannuccia
- Bere col bicchiere senza tirare fuori la lingua
- Mangiare e bere senza sporcarsi troppo
Come comportarsi
Le caratteristiche descritte non sono necessariamente sintomi di Disprassia Orale, ma possono anche dipendere da altri fattori.
Purtroppo però, questo è anche il motivo per cui molto spesso la diagnosi arriva in ritardo, magari dopo i 4-5 anni, e per questo è importante sapere che possono esserne segnali di rischio.
Diagnosticare una Disprassia Orale è un passaggio molto delicato. E’ opportuno valutare con il pediatra la possibilità di un controllo specialistico (ORL, NPI), per effettuare un bilancio delle competenze del bambino e valutare l’eventuale presenza di cause organiche (ad esempio problemi legati alle adenoidi, del frenulo linguale, ecc…).
Sarà poi lo specialista a suggerire, per ogni bambino, gli eventuali approfondimenti necessari ed il tipo di supporto migliore per il recupero.
Buona sera! Ho un bambino di quasi 3anni che ha iniziato a parlare tardi ma tantissime parole non le pronuncia bene .Quando parla a volte non si capisce niente e sembra che si sforzi, e sembra che trattene sempre la saliva. Ha problemi anche di respirare si chiude sempre di naso, secondo me ha le adenoidi. La sua pediatra mi ha dato l’ho spray a base di cortisone per fare una cura . Aspetto una sua risposta grazie mille
Buongiorno Maria,
come prima cosa è importante essere sicuri che il bambino non abbia difficoltà respiratorie, come ha giustamente notato anche lei. Io le suggerisco di effettuare una visita foniatrica e l’esame audiometrico, e nel frattempo prendere contatti con un logopedista che possa valutare il linguaggio del bimbo in tutti i suoi aspetti.
Salve
Ho una bambina di sei anni che ha incominciato a parlare molto tardi. Per questo motivo abbiamo deciso all’età di quattro di mandarla dalla logopedista. Sembra che le cause di questo ritardo siano diverse; Ginevra ha il palato stretto, ha le adenoidi anche se tutti i dottori che l’hanno visitata hanno lasciato a noi genitori la scelta di farla operare e in ultimo la bambina ha abbandonato il ciuccio solo un paio di anni fa. Una cosa che ho notato è la sua quasi impossibilità di pronunciare le parole con “SCI” del tipo: sciare, scivolo, asciugamano ecc. Tutte le volte che ha a che fare con queste parole storce la bocca e ciò che ne esce fuori sono: siare, sivolo, assiugamano. Dalle mie parti la chiamano la lisca. Ciò che mi indispettisce è che il suo modo di parlare cambia a seconda del livello di concentrazione. Quando è euforica scandisce anche le parole che normalmente le sono ostiche, quando è annoiata incomincia a smascellare e sembra che parli sleng.
Salve Ivan, la difficoltà che riferisce rispetto al suono SC può essere comune tra i bambini che presentano le caratteristiche che ha descritto: è opportuno che sia valutata da un logopedista esperto di rieducazione miofunzionale, che saprà sicuramente impostare il giusto piano di intervento. Quanto all’ultima parte del suo commento, anche in questo caso è un comportamento assolutamente normale. Quando un’abilità non è acquisita in maniera completa e stabile, abbiamo bisogno di molta attenzione per eseguirla in modo corretto, e nel momento in cui l’attenzione cala o subentra la stanchezza, anche il nostro livello di “performance” si abbassa: la sua bambina potrebbe essere in grado di controllare la precisione articolatoria in un momento di forte motivazione o interesse, ma la difficoltà torna a manifestarsi nuovamente quando è distratta, stanca o semplicemente poco interessata. Questo “duplice” comportamento non dipende dalla volontà della bimba, ma dalle risorse di “concentrazione” che ha disponibili in quel momento.
Buona sera,
la mia bimba di 6 mesi, verso sera e/o in momenti di riposo fa fuoriuscire sempre la lingua e poi la risucchia, sembrano essere movimenti involontari; inoltre perde tantissima saliva e spesso anche quando ride porta la lingua fuori.
Abbiamo iniziato lo svezzamento tradizionale e per ora va tutto bene.
Devo portarla da uno specialista o è troppo presto?
grazie, saluti
Giorgia
Salve cara mamma,
a questa età è normale che la bimba non abbia ancora un buon controllo dei movimenti della bocca e della lingua. Inoltre la perdita di abbondante saliva potrebbe essere collegata anche alla dentizione. Non è necessario muoversi ora per una visita specialistica, mentre invece ci sono alcune stimolazioni importanti che potete darle quotidianamente durante il gioco (ad esempio metterle a disposizione giochi che può portare alla bocca facilmente e permetterle di tenerli in bocca) e durante i pasti (collegati alla masticazione), che aiutano tantissimo i bambini a prendere maggiore consapevolezza, e quindi controllo, delle abilità motorie della bocca. Se sente il bisogno di ulteriori informazioni può scrivermi un’email a [email protected]