Ecco lo stile d’interazione genitore-bambino che sostiene il piccolo nello sviluppo sereno delle sue competenze cognitive, psicologiche ed emotive

Nel precedente articolo abbiamo visto gli stili di interazione meno utili a supportare quotidianamente la crescita dei bambini: se non lo hai ancora letto ti consiglio di farlo per capire meglio quali comportamenti NON adottare.

Vediamo insieme, invece, quali siano le caratteristiche di uno stile di interazione sano e sereno, che già dai primissimi mesi di vita del tuo piccolino può aiutarlo nello sviluppo cognitivo, linguistico e psicologico.

Ti ricordo che, oltre alle seguenti indicazioni generali, in questo ebook Imparo a Parlare con mamma e papà trovi una guida pratica alle 4 strategie di base per facilitare lo sviluppo comunicativo e linguistico del tuo bimbo.

1 – Cercano l’attenzione congiunta

Coinvolgono il bambino nei giochi che sembrano stimolare particolarmente il suo interesse, in cui riesce a prestare attenzione all’altro e all’attività in maniera coordinata e per un tempo prolungato.

A volte questo può significare il dover abbassare (anche di molto) la richiesta, proponendo un’attività più immatura rispetto all’età cronologica del bambino, ma più in linea con il suo livello di sviluppo e quindi più utile.

2 – Ricercano il contatto faccia a faccia

Si posizionano fisicamente a livello del bambino per ricercare il contatto visivo, e si preoccupano di mantenerlo attivo durante lo scambio comunicativo, sia mentre parlano che mentre ascoltano.

Per alcuni bambini può essere molto utile esagerare le nostre espressioni del viso (soprattutto degli occhi), fare molte onomatopee con la voce, espressioni di stupore che aiutino a catturare l’attenzione e mantenerla viva.

3 – Seguono l’interesse del bambino

Si agganciano loro a ciò che dice/fa il bambino, invece di aspettarsi che accada il contrario. Prestano attenzione a ciò che il bambino propone, in modo verbale o non verbale, e si lasciano guidare.

Interagiscono nel gioco o nell’attività in modo da collegarsi costantemente a ciò a cui il bambino è interessato in quel momento, senza cercare di stimolare per forza quello che vorrebbero loro.

4 – Raccolgono i segnali comunicativi del bambino

Colgono un segnale del bambino ancora poco chiaro, poco definito, e lo interpretano dandogli un significato comunicativo: questo rinforzo aumenta la possibilità che quel comportamento si ripeta e acquisti un reale valore di comunicazione.

I bambini piccoli che ancora non parlano o che presentano un ritardo di linguaggio, hanno molto spesso delle modalità alternative di comunicazione: indicano, alternano lo sguardo dall’adulto all’oggetto, emettono suoni che utilizzano come prime piccole paroline.

5 – Rispettano il turno (nella comunicazione e nel gioco)

Propongono giochi in cui creare un’alternanza “tocca a me, tocca a te,…”: fare una torre con le costruzioni, gli incastri, tirare al canestro, la pesca dei pesci,…

Nella comunicazione cercano di creare sempre questa alternanza di scambio: usano poche frasi (o comunque commisurate alle capacità del bambino), aspettano la sua risposta senza incalzarlo o riprendere il turno, cercano di proseguire lo scambio per 3-4 turni e di prolungarlo sempre di più.

6 – Fanno pause lunghe e frequenti

Dopo il loro turno, fanno una pausa di almeno 5 secondi nella quale attendono la risposta del bambino, che può essere verbale o anche solo un gesto o un vocalizzo.

La pausa fornisce al bambino il tempo di elaborare la domanda o la situazione, e di pensare a come inserirsi; gli fa capire, insieme ai segnali di attesa dell’adulto, che ora tocca a lui, ma in maniera naturale e non direttiva.

7 – Rinforzano il successo comunicativo

Si “complimentano” con il bambino quando utilizza un segnale comunicativo: un vocalizzo, un gesto, una nuova parolina. Non lo danno per scontato.

Senza gridolini o iper-eccitazioni che possono inibire il bimbo, commentano con gioia ed espressioni positive il fatto che sia riuscito a trasmettere il messaggio: il bambino dice “mea” prendendo una mela. “Bravissimo! E’ proprio la mela! Dai, ora mangiamo la mela”.

8 – Commentano e descrivono ciò che accade

Mentre stanno facendo qualcosa insieme al loro bambino, descrivono e raccontano a voce alta cosa sta succedendo: cosa fa il bambino, cosa lo sta attirando, cosa fanno i personaggi di un gioco o di un cartone, ecc.

“Che bello questo trenino! Come va veloce… Oh, ora passa sotto il tunnel! …Eccolo di nuovo! ..Oh, no: è saltato fuori dai binari?”

9 – Commentano il comportamento, senza giudicare il bambino

“Sei stato proprio bravo a fare questa cosa!” come anche “Questo comportamento è davvero antipatico”.

Sia che il bambino abbia fatto qualcosa di positivo o di negativo, è importante fare delle osservazioni e considerazioni su quel comportamento specifico e non sul bambino stesso, spiegando anche con poche parole il perché del complimento o del rimprovero.

Evitiamo come la peste di dire frasi come “Sei sempre monello!”, “Quando fai così sei proprio cattivo, lo sai?” e simili.

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