gioco simbolico logopoli

Perché il gioco simbolico è considerato un prerequisito fondamentale del linguaggio verbale e come capire se il bambino ha raggiunto questa competenza

“Il gioco è il lavoro del bambino”, diceva Maria Montessori.

A tutti gli effetti è la modalità con cui i bambini fin da piccolissimi entrano in contatto con il mondo: la manipolazione, l’esplorazione dell’oggetto permette loro di acquisire sempre più informazioni sull’ambiente circostante e su loro stessi.

Ma quando si parla di prerequisiti del linguaggio verbale, cioè di quelle abilità che il bambino deve avere affinché possa iniziare a parlare (ed in maniera funzionale), si fa riferimento nello specifico al gioco simbolico.

Vediamo il perché di questa forte interazione con lo sviluppo linguistico.

Un sistema simbolico

La lingua è un sistema simbolico di comunicazione: l’informazione passa dal mittente al ricevente attraverso le parole, cioè dei simboli che rappresentano un significato. Il fatto che un animale con quattro zampe, una coda, e le strisce bianche nere si chiami zebra è un qualcosa di puramente convenzionale.

Il linguaggio rappresenta la capacità cognitiva di comunicare simbolicamente

e, quindi, di utilizzare le parole e le frasi della nostra lingua.

Per imparare a parlare un bambino deve avere questa competenza: deve saper usare un qualcosa (le parole) con una funzione simbolica (il loro significato).

Questa abilità emerge su un piano non verbale quando i bambini iniziano ad usare oggetti e giochi con una funzione simbolica: parallelamente cominciano a produrre le prime paroline.

Quando compare

La competenza simbolica del bambino inizia ad emergere già alla fine del primo anno, quando compaiono i primi gesti comunicativi che hanno un valore convenzionale: fare ciao ciao con la mano, buono portando il dito alla guancia, bravo battendo le manine.

Successivamente i bambini imparano anche a simulare delle azioni su se stessi e sugli altri facendo finta di.

Il gioco del bambino diventa dar da mangiare per finta alla bambola, fare finta di bere facendo il gesto senza avere il bicchiere, usare un oggetto per farlo diventare altro: si mette in testa un foglio di carta facendo finta che sia un cappello.

Da questo momento in poi il gioco simbolico diviene sempre più ricco ed articolato, ed i bambini creano sempre più sequenze di azioni di far finta: preparano la pappa e danno da mangiare, fanno girare la macchinina sulla pista, la portano al lavaggio e poi mettono benzina.

Cosa osservare nel bambino durante il gioco simbolico

Osservando il tuo bambino tra i 12 ed i 24 mesi mentre gioca puoi prestare attenzione a questi aspetti:

  • Utilizza oggetti/giochi secondo la loro funzione (fa camminare una macchinina, fa volare un aereo, usa il pettine per pettinarsi,…)? (SI NO)
  • Ti sembra manipolare oggetti/giochi ancora tirandoli a terra, mettendoli in bocca, guardandoli senza usarli? (SI NO)
  • Sembra divertirsi a tirare i giochi fuori dalle scatole e rimetterli dentro, senza usarli? (SI NO)
  • Gioca a far finta con gli oggetti (un pezzetto di pongo diventa la pappa del bambolotto, uno scatolone diventa il letto)? (SI NO)
  • Esegue su un bambolotto o un pupazzetto le azioni che conosce (dargli la pappa, spingerlo sulla carrozzina, pulirgli la faccia, gli da i bacini)? (SI NO)
  • Sembra annoiarsi subito con qualunque gioco o sembra non gli piacciano in generale i giocattoli? (SI NO)
  • Non ha giochi preferiti, un gioco che magari il giorno prima sembrava averlo divertito poi torna ad essergli del tutto indifferente? (SI NO)

Le risposte in rosso rappresentano degli indicatori di rischio a cui prestare attenzione.

Se hai dato due o più risposte rosse ti suggerisco di parlarne con il pediatra e valutare di richiedere una consulenza presso un collega Logopedista o altro specialista (NPI, TNPEE). Se nel frattempo hai dei dubbi, puoi scrivermi qui per una prima consulenza online.

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