Perché è tanto importante che l’ambiente di gioco dei bambini sia ben strutturato? Come può incidere questo nell’evoluzione migliore del linguaggio? Ecco i benefici.

Durante le mie sessioni di consulenza logopedica, affronto sempre con i genitori un aspetto importantissimo per la strutturazione della routine quotidiana dei bambini: come organizzare i giocattoli e lo spazio di gioco.

Nei bambini che manifestano un ritardo di linguaggio, possono non essere ancora ben stabilizzati tutti quei prerequisiti che rappresentano la base dello sviluppo di più competenze (non solo comunicative). In questi casi, mamma e papà osservano spesso dei comportamenti ancora immaturi anche nelle attività di gioco:

  • tempi di attenzione ridotti: giocano per brevissimo tempo con gli oggetti; si lasciano distrarre subito da altro che cattura la loro attenzione; “passano sopra” ai giochi quasi senza accorgersene.
  • giochi ripetitivi e stereotipati: mettono in fila macchinine, animali,… compiono la stessa azione con tutti gli oggetti (“la macchinina sale nel garage”, e così tutti gli altri oggetti presenti).
  • giocano in modo caotico: tirano fuori tutto ma poi sembrano non sapere cosa fare; tendono a togliere di mezzo ciò che non vogliono lanciando via l’oggetto; li trovi spesso a terra circondati da tantissimi giochi.
  • non sanno giocare da soli

Organizzare o riordinare?

Spesso il concetto di “organizzare i giocattoli” viene confuso con il più generico “riordinare”, e capita spesso che i genitori mi dicano: “noi già cerchiamo sempre di tenere tutto a posto”.

Non si tratta del semplice “tenere in ordine la stanza”. Non è solo questione di “ordine”.

Strutturare i giochi e lo spazio, significa predisporre un ambiente facilitante con più occasioni di stimolazione.

In un ambiente di gioco strutturato, noi andiamo a creare più contesti ed occasioni per stimolare quotidianamente il linguaggio e le altre competenze cognitive del nostro bimbo.

1- Creiamo bisogni comunicativi

Il non avere tutto a portata di mano determina una necessità per il bimbo: richiedere ciò che vuole. Stimolare questa funzione comunicativa (la richiesta) è uno dei primi obiettivi che ci poniamo quando in caso di ritardo di linguaggio.

Organizzare i giochi in modo che alcuni di essi siano visibili ma non raggiungibili autonomamente, spinge il bambino ad:

  • avere il bisogno di comunicare con noi (motivazione ed intenzionalità)
  • richiamare la nostra attenzione (iniziativa comunicativa)
  • farci capire ciò che vuole (atto comunicativo)
  • controllare che la sua comunicazione sia stata efficace: ha ottenuto ciò che voleva? (analisi della propria azione)

2 – Stimoliamo la scelta

Vedere tutti i giochi disponibili ed avere un numero limitato e congruo di possibilità, permette al bambino di operare in maniera meno caotica una scelta consapevole. Più facilmente prenderà quel gioco perché vuole proprio quello, e non perché se lo ritrova casualmente dentro una scatola, in mezzo ad altri venti.

Allo stesso tempo, dal punto di vista comunicativo, davanti ad una richiesta di un gioco poco chiara possiamo prendere in mano due oggetti e chiedere: “mmm, fammi capire: vuoi questo oppure questo?” o richiedere un’indicazione più precisa: “fammi vedere bene, bene bene con il tuo ditino, quale vuoi?”.

Con i bambini che iniziano ad essere verbali, allo stesso modo, possiamo stimolare le prime parole e le prime frasi.

3 -Favoriamo attenzione e concentrazione

Avere pochi giochi a disposizione tra cui scegliere, limita le possibilità del bimbo di farsi distrarre da altre cose che possono catturare la sua attenzione e distoglierlo dal gioco che sta facendo.

Questo è fondamentale per tutti quei bimbi che faticano a stare per più di 2-3 minuti sullo stesso gioco, che tendono a “staccarsi” dall’attività senza portarla a termine (anche nei giochi insieme all’adulto), che non riescono ancora ad interessarsi a libricini e giochi più statici come gli incastri, le costruzioni, i puzzle.

4 – Mettiamo ordine tra le sue conoscenze

Organizzare i giocattoli in categorie, fornisce al bambino informazioni preziosissime per la strutturazione del suo vocabolario e delle sue conoscenze.

Avere una scatola per gli “animali”, una per “cibo cucinetta” e un’altra per “vestiti bambole”, significa per lui acquisire informazioni semantiche e logiche che definiscono le caratteristiche ed i rapporti tra le cose, e che possiamo anche guidare facendo domande:

  • “e il leone dove va? come mai lo mettiamo qui? perché la mela non può andare nella scatola degli animali?”
  • “oh oh, ma qui c’è un intruso! Guarda guarda, guarda bene… cosa c’è di strano qui tra le pentoline? perché non c’entra niente?”

5 – Facilitiamo il “cercare” ed il “mettere a posto”

Quando dobbiamo vestirci, sapere dove è riposto ogni indumento che ci occorre fa la differenza rispetto al dover cercare le stesse cose buttate senza criterio dentro un armadio pieno, anche se sopra ci scriviamo “vestiti”.

Anche per quanto riguarda i giochi, è riduttivo pensare che possano stare tutti dentro una cesta o un armadietto semplicemente perché “giocattoli”.

I giocattoli sono gli attrezzi da lavoro del bambino

ed è importante che lui possa avere sotto controllo visivo tutto ciò che gli serve per il suo gioco e sapere dove sono le cose, senza disperdersi nell’attività di ricerca, che tenderebbe solo a distrarlo dal suo progetto iniziale.

In questo modo, anche mettere a posto diventa più semplice, poiché uno spazio vuoto e sapere dove vanno le cose, incoraggeranno il bambino a riporre lì il gioco terminato: sarà così molto più facile abituarlo alla routine del riordino prima del gioco successivo.

Il primo passo per riorganizzare lo spazio di gioco, è quello di fare un decluttering ragionato dei giocattoli presenti: in questo articolo ti spiego come fare!

2 Commenti

  1. Concordo pienamente. Il gioco che viene ritrovato ” in ordine” riprende la sua funzione, diventa un rinnovato stimolo, viene riscoperto. Buona abitudine è quella di eliminare i giocattoli rotti o con pezzi mancanti( costruzioni puzzle…), togliere, per poi in futuro riproporre, giocattoli che non riscuotono interesse o che sono non adatti alle competenze di quel bambino.

    • Esatto Laura, per questo ho scritto anche un secondo articolo proprio sul decluttering dei giocattoli, dove parlo proprio di queste indicazioni: può già trovarlo nella homepage. Il terzo articolo sull’argomento sarà sul come organizzare i giochi negli spazi appositi.

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