Quando emerge e come evolve la lallazione nei bambini, e perché è così importante osservarla e stimolarla fin da piccolissimi

Le prime parole di un bambino non emergono un giorno di punto in bianco, ma sono il frutto di un processo graduale di apprendimento del linguaggio iniziato già molti mesi prima con i vocalizzi e la lallazione.

I bambini comunicano fin dai primissimi istanti di vita attraverso dei segnali, come il pianto, che servono ad attirare la nostra attenzione sui loro bisogni.

Pian piano iniziano a produrre nuovi suoni gutturali, urletti e vocalizzi. In questa fase, che solitamente va da 0 ai 5-6 mesi, iniziano a sperimentare la loro voce: a capire come tirarla fuori, ad ascoltarla, ad osservare l’effetto che ha su mamma, papà e gli adulti che hanno intorno.

La lallazione

I primi vocalizzi servono al nostro bimbo per iniziare a fare tanta pratica nello scambio comunicativo con l’adulto, ma hanno anche l’effetto di allenare i suoi primi movimenti articolatori.
Questo allenamento gli permette di arrivare a produrre le prime sillabe vere e proprie, composte da consonanti e vocali.

E’ la fase della lallazione canonica, che compare intorno ai 5/6 mesi, in cui i bambini ripetono la stessa sillaba in maniera continuativa: da-da-da-da-da-da, te-te-te-te-te-te, ma-ma-ma-ma-ma,…
In questa fase sentiamo che i bambini producono i suoni più semplici da articolare: le consonanti più usate sono generalmente p, m, b, d, t combinate con le varie vocali.

Intorno agli 8-9 mesi il nostro bimbo entra nella fase della lallazione variata: adesso riesce a mettere in sequenza sillabe differenti. Compaiono altri suoni oltre alle consonanti già presenti, le sillabe possono diventare anche più articolate, il “discorso” del bambino assume diverse intonazioni, e la ripetizione prevede l’uso di sillabe differenti: pa-pa-te-ne-te, na-na-to-to-ba-ma-ma,… 

L’importanza della lallazione

Sappiamo oggi che una lallazione ricca e variata, insieme agli altri prerequisiti del linguaggio, è indice di un buono sviluppo delle abilità verbali: in particolare di una buona qualità e varietà delle prime parole e dei suoni del linguaggio.

Questo proprio perché attraverso la lallazione i bambini sperimentano i diversi movimenti articolatori, imparano a metterli in sequenza, imparano ad ascoltarsi e confrontano ciò che sentono con le parole che gli adulti dicono. E piano piano maturano la capacità di usare quelle sillabe che hanno a lungo allenato per produrre le prime semplici parole di senso compiuto.

La lallazione è un vero e proprio allenamento articolatorio, necessario alla produzione delle prime parole.

Ti sei mai chiesto/a come mai le prime parole dei bambini siano più o meno sempre le stesse, e più o meno sempre le più semplici, come mamma, papà, pappa, nanna, tata, da…?

Non è certo un caso: sono proprio quelle parole composte dai suoni e dalle sillabe che più spesso e più a lungo un bimbo ha potuto sperimentare durante la fase della lallazione.

Ecco perché quei bambini che nel primo anno di vita presentano

  • una lallazione scarsa, o addirittura assente,
  • una lallazione poco variata (cioè con poca variabilità di suoni, soprattutto di consonanti),
  • una lallazione che parte bene ma che ad un certo punto si interrompe,

hanno un rischio maggiore di essere dei Parlatori Tardivi ed andare incontro ad un Ritardo di Linguaggio.

La lallazione è uno step importantissimo per la buona evoluzione linguistica:

è necessario che genitori, nonni, baby sitter, educatori, sappiano stimolarla ed incoraggiarla quotidianamente!

Continua a seguirmi, nei prossimi articoli ti spiegherò come farlo!

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