Ecco in che modo, dei semplici giochi causa-effetto, sono utilissimi per stimolare i prerequisiti del linguaggio verbale e le prime paroline dei bambini
Per i bimbi poco o per nulla verbali (o perché ancora molto piccoli o perché in ritardo nelle tappe di linguaggio) “parlare” è un compito molto complesso, che richiede un grande attivazione delle risorse cognitive.
Per questo motivo, più i giochi che gli proponiamo sono impegnativi da capire e fare, più il linguaggio appare peggiorare o scomparire del tutto. Il risultato è che spesso i bambini sembrano “regredire” sul piano linguistico e giocano in modalità assolutamente silenziosa.
Al contrario, i giochi causa-effetto sono particolarmente indicati per i bimbi piccolini o con ritardo di linguaggio, che devono strutturare i prerequisiti necessari alla comunicazione verbale e le prime paroline.
Semplici e ripetitivi
Questi giochi “funzionano” grazie ad un semplice meccanismo causa-effetto: il bimbo fa un’azione ed il gioco si attiva.
Non richiedono più azioni in sequenza o schemi di gioco complessi; non richiedono competenze simboliche o di necessariamente valida comprensione verbale (che potrebbe essere ancora debole); non prevedono più variabili.
Inoltre sono giochi ripetitivi, che i bambini apprezzano particolarmente proprio perché creano una routine per loro prevedibile e controllabile, che gli permette di concentrarsi sull’aspetto ludico e divertente dell’attività.
Inserire una richiesta di imitazione o produzione linguistica, quindi, diventa possibile poiché la concentrazione che il bimbo deve avere per far funzionare il gioco è minima.
Prerequisiti del linguaggio

Posizioniamoci in modo che il bimbo possa alternare con facilità il suo sguardo tra noi ed il gioco.
Richiamiamo la sua attenzione utilizzando un’espressione di stupore e sorpresa, mimata con occhi grandi ed enfasi nella voce: “ooooooh! Guarda! Guarda! la macchinina rossa adesso corre giù! Sei pronto? oooooh, pronto? Guarda, guarda: pronti, viaaaaa!”
Facciamo questo per un po’ di volte, e divertiamoci con lui a vedere come le macchinine scendano in velocità dalla rampa. Facciamo in modo che ogni volta, la macchinina posizionata sulla rampa, sia ferma finché non diciamo la parola VIA e, solo e soltanto allora, diamo la spinta per farla scendere.
Ritenzione, intenzionalità e contatto di sguardo
Iniziamo a trattenere in mano le macchine, aspettiamo che il bimbo si attivi con un gesto, un suono o anche solo guardandoci per richiederle: rinforziamo qualunque suo segnale con un valore comunicativo “Ooooh, vuoi una macchinina! Ecco, si, la macchinina!”
La scelta
“Vuoi la rossa o la blu?” teniamo le macchinine ben visibili nelle nostre mani, all’altezza dei suoi occhi ma non così vicini da lasciargliele prendere da solo. Chiediamo al bimbo di indicarci quale vuole: “con il tuo ditino, guarda così (aiutiamolo), fammi vedere, fammi vedere! Quale?”
Attenzione congiunta, contatto di sguardo e rispetto del turno
“Mmm, la rossa! E’ veloce la macchinina rossa! Ok, dai mettiamola in posizione. Mi raccomando, ti ricordi? Dobbiamo dare il via!”.
Se il nostro bimbo fa subito scivolare la macchinina, senza imitare la modalità di gioco che abbiamo presentato, aiutiamolo. Blocchiamo la macchinina in posizione, sempre catturando la sua attenzione con sguardo e voce sorprese.
“Ecco! Ecco! Mmm, la macchina è pronta! Allora dai, insieme: Prontiiiii…” guardiamo il bimbo senza dire -via- guardiamolo per fargli capire che stiamo aspettando lui, che tocca a lui adesso. “Dai, tocca a te. Prontiii…” e aspettiamo il suo segnale: un gesto, un vocalizzo, la parolina IA!
In generale, con questi giochi, l’obiettivo pre-verbale da raggiungere è:
il bimbo deve mostrare attenzione congiunta, contatto visivo ed un segnale di input comunicativo (verbale o non verbale) per poter attivare il gioco!
Imitazione e prime parole
Ripetiamo tante volte vocalizzi e suoni adatti (brrrummm, oooooooh, uuuauuu, eeeeeh op!…). Creiamo un linguaggio routinario durante il gioco, utilizzando paroline semplici che il bimbo possa provare ad imitare.
Questo linguaggio prevede delle combinazioni di poche paroline, che possiamo ripetere più volte in maniera fissa (ed in tanti momenti diversi), che man mano diventano familiari al bimbo e gli permettono di prevedere cosa diremo successivamente.
Pronti,via!
E vaaaa… giù, giù, giù, giù!
Oooooooo… cadeeeee!
Oooooooo… giù!!
(tocca) A me!
Sono tutti esempi di linguaggio routinario!
Qui sotto, ti lascio altri esempi di giochi da utilizzare in questo modo:


